Il caso legato all’inchiesta urbanistica a Milano che ha coinvolto anche il sindaco Sala ha visto la Premier Giorgia Meloni esporsi in prima persona.
L’inchiesta urbanistica che sta scombussolando Milano e non solo e che ha visto anche il sindaco del capuolo lombardo, Giuseppe Sala, tra gli indagati, ha portato pure la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad esporsi e parlare dell’argomento. Al netto della richiesta di diversi esponenti politici di dimissioni per il primo cittadino, la Premier ha preferito mantenere un profilo più basso.

Inchiesta Milano: Sala e la richiesta di dimissioni
L’inchiesta urbanistica su Milano ha scosso l’intero capoluogo lombardo portando anche il sindaco Giuseppe Sala, a quanto pare, ad essere indagato. Una posizione, quella del primo cittadino, che sta dividendo l’ambiente politico con il centrodestra che sta spingendo per le dimissioni e la sinistra che, invece, sta sostenendo la figura del sindaco.
In particolare la Schlein avrebbe chiamato il primo cittadino di Milano per manifestargli vicinanza mentre ben diversa è stata la posizione del presidente del Senato, Ignazio La Russa,secondo cui “sicuramente la giunta Sala ha dimostrato di non essere adeguata”.
Il commento di Giorgia Meloni
Al Tg1, invece, ha scelto un profilo più morbido la Premier Giorgia Meloni: “La mia posizione è quella che ho sempre su questi casi: penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l’automatismo delle dimissioni. È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati”, ha detto la Presidente del Consiglio.
Interessante anche la posizione di Guido Crosetto: “A Milano una parte della magistratura inquirente ha anche deciso di sostituirsi al legislatore” ha detto il ministro della Difesa come riportato dall’Ansa poi facendo un esempio: “Quello che sta avvenendo contro alcune aziende della moda e del lusso, per solo livore ideologico, è incredibile”.